Le epidemie nella storia di Napoli e del Meridione: dalla peste nera al Covid-19 di Piedimonte Antonio Emanuele - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Le epidemie nella storia di Napoli e del Meridione: dalla peste nera al Covid-19

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«Napoli è ora dolente, e perciò desideriamo affrettarci lì, come verso un fratello nel dolore», scriveva a fine Ottocento il giovane medico Axel Munthe mentre si aggiungeva alla schiera di volontari accorsi per aiutare i napoletani colpiti dall'ennesima epidemia di colera. Un episodio tra i tanti scelti dall'autore - giornalista e saggista partenopeo - per raccontare una storia mai sintetizzata in forma divulgativa prima d'ora, quella delle epidemie che hanno devastato Napoli e il Meridione. Alla luce dei pandemici stravolgimenti degli ultimi due anni, infatti, ci è sembrato interessante offrire uno sguardo d'insieme su quanto accaduto in passato sul fronte delle emergenze sanitarie. Si tratta, dunque, di un excursus inedito che prende le mosse dalle più antiche testimonianze letterarie su morbi e pestilenze nel bacino del Mediterraneo. Una breve ricognizione su quanto riportato da autori biblici, scriba egizi, scrittori greco-romani, sino a giungere ai cronisti medievali e all'apocalisse passata alla storia come "Morte Nera", i cui lunghi strascichi apriranno la strada alla catastrofica peste del 1656, che all'ombra del Vesuvio e in tutto il Sud fece centinaia di migliaia di morti in pochi mesi: «Non vi era più luogo da seppellire, né chi seppellisse», scriverà Carlo Celano, testimone degli eventi. La storia di Napoli è anche la storia delle epidemie che l'hanno colpita nel corso dei secoli, una sequela di vicende poco note ai più che qui vengono ripercorse seguendo le varie ondate epidemiche: il tifo, la febbre gialla, la malaria, le "febbri putride". E i flagelli più terribili di tutti: la sifilide, il vaiolo, il colera. Quindi la grande pandemia del secolo scorso, quella "Spagnola" che a dispetto del nome frivolo fece più vittime della Prima guerra mondiale. Una sequela destinata a lasciare profonde ferite psico-sociali, economiche, antropologiche, culturali e, soprattutto, una cicatrice nell'inconscio collettivo il cui rosso riflesso è nelle centinaia di edicole votive disseminate nei vicoli e nelle tante, splendide opere d'arte realizzate come "ex voto". Un libro per ricordare la gloriosa storia della Scuola medica napoletana ma anche per acquisire dei fondamentali strumenti per comprendere e metabolizzare quello che accade oggi e, come insegna la storia, accadrà di nuovo in futuro.

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